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FAMIGLIA E BIOPOLITICA 1 - ETTORE LEMBO NEWS

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Famiglia e Biopolitica al tempo dell’Inganno Universale
I° parte

 
E’ quando si attraversano periodi storici particolari dove la caduta di quei valori intellettuali sociali e morali creano una evidente crisi generale dalle conseguenze inimmaginabili, che pochi, ma preparati e competenti personaggi del mondo della cultura, della religione, della giustizia, del lavoro, dell’arte e delle scienze nelle varie sue forme, con umiltà, costanza e determinazione, possono aiutare i popoli a ritrovare la via maestra.
Così, la Prof.ssa Dina Nerozzi Frajese, Medico specialista in Psichiatria ed Endocrinologia, avendo insegnato all’Università di Roma Tor Vergata, dopo un periodo di assenza qui, sente l’esigenza di porre al servizio della Comunità un Suo contributo nell’interesse dei Nostri Lettori.
Un contributo su temi di grande attualità, ”famiglia e Biopolitica al tempo dell’inganno universale”.
Per rendere più fluido e leggibile questo suo lavoro per i Nostri lettori, abbiamo concordato insieme di dividere in tre parti questo prezioso scritto, certi che possa essere una guida per ragionamenti e riflessioni su spunti di grande attualità.”
Ettore Lembo

Famiglia e Biopolitica al tempo dell’Inganno Universale
I° parte

Premessa:
Con la sentenza n. 68 del 2025, la Corte Costituzionale dichiara incostituzionale il divieto di riconoscere le due madri nei certificati di nascita. Una svolta che cambia il destino di tante famiglie e ribalta la narrazione politica degli ultimi anni.
Dobbiamo considerare la sentenza un passo avanti nel cammino della civiltà? Vediamo di ripercorrere le tappe del processo che ha deciso che la realtà biologica dell'essere umano è un dettaglio trascurabile.
Per politica si intende il processo relazionale che si instaura tra gli abitanti di una determinata area geografica e la forma di Stato che ne deve governare i rapporti nei vari settori del vivere quotidiano. Il modo con cui questi rapporti vengono normati e attuati nella società si pone in stretta correlazione con il diverso modo di intendere la vita e la storia del genere umano.
Il termine bio, dal greco bios, fa riferimento alle leggi che governano la vita biologica. Per biopolitica si intende l’intrusione della politica in un campo che non è di sua pertinenza diventando arbitra del Bene e del Male nelle questioni che riguardano la vita, la morte, l’individuo, la famiglia, la specie, in totale autonomia rispetto alle regole stabilite dalle scienze biologiche, ciò comporta l’estensione del politicamente corretto nell’ambito delle scienze naturali.
I principi di oggettività e non contraddizione, un tempo considerati il cardine del pensiero scientifico, sembrano divenuti un inutile ingombro che intralcia il processo creativo dell’uomo nuovo finalmente liberato non solo dai vincoli imposti dalla religione e dalle tradizioni ma anche da quelli imposti dalla Legge di natura.
In Italia un enorme passo avanti nella direzione voluta dal mondo progressista prende piede l’11 maggio 2016 con il ddl Cirinnà intitolato “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, che diventa legge dello Stato. Questa legge, di fatto, equipara le unioni omosessuali al matrimonio eterosessuale: essa è la dimostrazione lampante di cosa si intende per biopolitica nel settore specifico della famiglia.
Nel corso dei secoli molte volte è stata affrontata la questione di quanto determinati comportamenti individuali e sociali siano imputabili a fattori innati o culturalmente acquisiti, un binomio considerato inscindibile, sia pure con diverse gradazioni e sfumature. L’11 Maggio 2016 il Parlamento Italiano ha stabilito, ope legis, la scomparsa della dualità complementare: maschio/femmina per quel che riguarda la normativa sulla famiglia ed ha deciso che l’anatomia, la fisiologia, la genetica dell’essere umano sono elementi privi di significato a meno che non si tratti di omosessualità maschile nel qual caso la biologia torna ad essere l’elemento determinante, mi riferisco alla teoria del” born gay”, secondo la quale omosessuali si nasce e pertanto l’omosessualità è un fatto naturale.
Nel mondo postmoderno quello che conta è solo la volontà dell’individuo e le leggi varate dalle mutevoli maggioranze politiche momentaneamente al potere.
Il Parlamento ha anche deciso di ignorare quanto scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana, frutto di decisioni maturate tra le varie anime politiche dei costituenti, che così recita al comma 1 dell’articolo 29:
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”
Secondo il comma 1 della Costituzione Italiana lo Stato non ha potere di intrusione nella vita familiare in quanto essa è considerata una realtà autonoma che esiste di per sé e come tale viene riconosciuta.
La nuova norma varata dal Parlamento afferma che la famiglia non è una realtà evidente di per sè, ma che è lo Stato a decidere chi abbia diritto a essere considerato famiglia.
In questo modo è stato annullato il paletto posto dai Padri Costituenti a tutela della famiglia naturale, paletto che essi avevano inteso porre a protezione dei cittadini nei confronti dell’ingerenza dello Stato. Così come aveva bene espresso l’on Aldo Moro nella seduta del 6 Novembre 1946:
Dichiarando che la famiglia è una società naturale si intende stabilire che la famiglia ha una sfera di ordinamento autonomo nei confronti dello Stato”.
Due Visioni del mondo
Per cercare di comprendere il quadro politico che si para davanti al momento attuale è utile ricordare come esistano, essenzialmente, due antitetiche concezioni del mondo che si confrontano fin dall’origine dei tempi e, di conseguenza, come esistano anche due modi diversi di affrontare le questioni che insorgono all’interno della società.
Le due visioni del mondo non sono compatibili, non è possibile trovare una sintesi per quanti sforzi si attuino e per quanta buona volontà si possa mettere in campo.
La prima Weltanschauung fonda il suo agire in base al principio secondo il quale l’essere umano è una creatura di Dio, dunque soggetta alle Sue leggi, che sono poi le leggi di natura, l’altra nega l’esistenza di un qualunque essere superiore ed afferma che l’uomo è l’unico dio in terra nonché l’unico padrone e arbitro del suo destino.
Per l’una esistono le verità che persistono nel tempo e le dicotomie: Bene/Male, Maschio/Femmina, Naturale/Innaturale, l’altra invece non riconosce verità ultime ma intende unificare gli opposti (secondo il processo hegeliano tesi, antitesi, sintesi), l’unica morale che ritiene valida è quella che risponde al tornaconto personale e considera veritiero tutto ciò che appare utile al momento.
In base alle due diverse interpretazioni della realtà si crea anche un modo diverso di guardare alla scienza e alla tecnologia e di conseguenza anche il modo di intendere il progresso umano.
Nella prima interpretazione della realtà la scienza ha il compito di scoprire le leggi che regolano i fenomeni naturali senza altro fine specifico che la loro conoscenza. Le cognizioni scientifiche acquisite vengono successivamente utilizzate attraverso la tecnologia con lo scopo di migliorare le condizioni di vita dell’uomo in base al principio di precauzione e in armonia con le leggi di natura. Non tutto quello che è tecnologicamente possibile è anche automaticamente buono, l’energia atomica, ad esempio, rappresenta un grande progresso scientifico in tema di conoscenza ed una strabiliante acquisizione della moderna tecnologia, che tuttavia mette in pericolo la stessa esistenza dell’uomo. E’ questa la ragione per la quale la scoperta dell’energia atomica ha messo in crisi l’idea stessa della scienza posta nelle vesti di una nuova religione salvifica del mondo, dopo che la “morte di Dio”, annunciata nell’Ottocento da Nietsche, aveva inteso relegare la civiltà cristiana negli armadi della storia.
La civiltà cristiana, sorta sulle fondamenta della cultura greca e romana, è alla base del mondo occidentale. Essa vede nel controllo delle pulsioni la bussola di riferimento indispensabile per acquisire un più elevato livello di bene individuale e di civiltà collettiva.  L’uomo è considerato un animale razionale in grado di prevedere le conseguenze delle proprie azioni e quindi anche in grado di orientare le proprie scelte in modo da evitare la ripetizione di errori passati e l’insorgere di problemi nel futuro.
L’altra Weltanschauung ritiene invece che l’uomo sia un animale al pari degli altri, tranne rare eccezioni, e che il bene dell’individuo risieda nel conseguimento del maggior numero possibile di gratificazioni mondane e carnali che si ottengono dando libero sfogo al vento delle passioni, senza prendere in considerazione le conseguenze del proprio agire, con la certezza che le acquisizioni della tecnologia saranno in grado di risolvere ogni tipo di problema che dovesse presentarsi.
In questa altra visione della vita e del mondo non è prevista alcuna distinzione tra scienza e tecnologia, tutto ciò che è tecnologicamente (e biotecnologicamente) possibile è considerato lecito e tutto ciò che consente all’uomo di affrancarsi dalla Legge di natura è considerato giusto. Per i fautori del nuovo mondo, e del suo progresso inarrestabile, nulla di quanto accade nelle società moderne è da considerarsi contro natura in quanto la sua stessa esistenza costituirebbe la dimostrazione della sua “naturalità”.
Prof.ssa Dina Nerozzi
20/06/2025
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