amiglia
e Biopolitica al tempo dell’Inganno Universale
III°
parte (ultima)

Se
i postulati filosofici, nati sul finire del ‘500 e perfezionati nei
secoli successivi, davano spazio all’azione dell’uomo
indipendentemente dai dati di realtà e dal senso morale che ne
deriva, per trovare accoglienza nell’olimpo della modernità era
necessario ottenere l’avallo della comunità scientifica.
L’evoluzionismo
Darwiniano (sempre rimasto nell’ambito delle ipotesi) rappresenta
la cornice “scientifica” che dovrebbe dare sostegno al progetto
politico progressista. Nella logica evoluzionista e progressista
esiste un continuum che, partendo dagli organismi unicellulari (che
nel corso dei millenni hanno dato origine alle diverse specie animali
e vegetali che popolano la terra) arriva fino all’attuale
superamento delle leggi della biologia, dato che ormai è l’uomo
che dirige in autonomia il processo evoluzionistico nella direzione
desiderata.
Con
la pubblicazione de: “On the Origin of Species by Means of Natural
Selection” del 1859, Charles Darwin (1808-1882) fornì ad una falsa
premessa filosofica una falsa prova “scientifica” che aveva il
compito di dare una spiegazione alternativa dell’origine
dell’ordine naturale e della comparsa della vita e dell’uomo
sulla terra (“The Descent of Man”, 1871) rispetto a quella
descritta nella Genesi, considerata alla stregua di una fiaba e
quindi inaccettabile in un mondo che era entrato nell’Era della
Scienza.
Il
tentativo di interpretazione della realtà in chiave evoluzionista si
è dovuta confrontare con innumerevoli problemi primo tra tutti
quello di fornire una spiegazione razionale e convincente circa le
origini della vita, spiegazione mai giunta per la semplice ragione
che è al di fuori della portata umana.
A
distanza di più di cento e cinquanta anni dall’apparizione del
postulato darwiniano è ormai chiaro che sono troppi gli anelli che
mancano all’appello perché esso possa essere elevato al rango di
teoria scientifica. L’evoluzionismo darwiniano va inteso come una
sorta di filosofia della biologia, quindi ben lungi dall’essere in
grado di rispettare quei criteri di oggettività e non contraddizione
che sono alla base dell’agire scientifico e che erano stati la sua
primitiva ragion d’essere.
Il
fatto che gli organismi vadano incontro a un processo evolutivo è
una realtà incontestabile e ben visibile in natura ed è a questo
fatto che si appellano i cultori della teoria evoluzionista nel
tentativo di preservare il pilastro portante dell’ideologia
progressista, quello che non dicono è che l’evoluzione avviene
all’interno della specie di appartenenza.
E’
fondamentale, infatti, fare una netta distinzione tra micro e macro
evoluzione. Per microevoluzione si intende l’esistenza di piccoli
graduali cambiamenti che insorgono all’interno di una determinata
specie in risposta ai mutamenti delle condizioni ambientali ed è un
fenomeno inoppugnabile. La macroevoluzione ipotizzata da Darwin,
invece, prevede l’esistenza di un comune antenato da cui sarebbero
evolute tutte le specie animali e vegetali, e si è dimostrata essere
una fiaba più fantasiosa della narrazione biblica che intendeva
contrastare. Ciò si è reso possibile utilizzando un procedimento in
netto conflitto con il metodo scientifico che prevede che si parta
dall’osservazione della realtà per giungere a formulare delle
ipotesi che poi dovranno essere verificate e non da tesi
preconfezionate che poi devono trovare conferma nella realtà. Realtà
che se non si trovano si fabbricano, come è accaduto per la favola
dell’uomo di Piltdown, avallato dal gesuita Theilerad
de Chardin, che è stato considerato per quasi 50 anni come la
prova dell’anello mancante a tutela dell’ipotesi evoluzionista
prima di essere apertamente sconfessato come pura e semplice frode
La
tecnica utilizzata dai cultori del falso progresso è quella di
confondere il particolare con il generale, di usare una piccola
verità per far passare una grande menzogna, come quella di
confondere la microevoluzione con l’ipotesi darwiniana della
macroevoluzione al solo scopo di dare una coerenza logica al progetto
politico progressista.
Può
essere interessante consultare “The Evolution Deceit. The
scientific collapse of Darwinism and its ideological background” di
Harun Yahya, Ta-Ha Publishers Ltd, UK 1999, reperibile in rete.
Si tratta di un testo in cui sono elencate tutte le incongruenze
della teoria evoluzionista, un libro talmente pericoloso per la
narrazione ufficiale da aver indotto il Consiglio d’Europa a
emanare la Risoluzione 1580 del 2007 allo scopo di impedirne la
diffusione nelle scuole mediante una vera e propria messa all’indice
della pubblicazione considerata eretica.
Cosa
dice la Risoluzione 1580 al suo primo articolo?
1.“Lo
scopo di questa risoluzione non è quello di combattere una fede: il
diritto alla libertà di credo non lo permetterebbe. L’obiettivo è
di mettere in guardia contro alcuni tentativi di far passare una Fede
come una Scienza. E’ necessario mantenere separate la Fede e la
Scienza. Ciò non è una questione di antagonismo. Scienza e Fede
possono coesistere. Non c’è motivo di contrapporre fede e Scienza,
ma è necessario prevenire che il Credo si opponga alla Scienza.”
Il
primo articolo della Risoluzione tenta di mettere in contrapposizione
l’evoluzionismo, considerato scienza, e il creazionismo, che invece
è considerato una religione e dunque un mito da sfatare. Tutto ciò
è ben lontano dalla verità, infatti l’Umanesimo Ateo secolare,
che ha prodotto l’ipotesi evoluzionista in contrapposizione
all’ipotesi creazionista, è esso stesso considerato una religione
ad esempio dalla Corte Suprema degli Stati Uniti che nel 1961, nel
caso Torcaso v. Watkins (367 U.S. 488), così afferma: “Tra le
religioni che in questo Paese non insegnano quella che generalmente
viene considerata la credenza nell’esistenza di Dio vi sono il
Buddismo, il Taoismo, l’Umanesimo secolare ed altre” Charlotte
Thomson Iserbyt “the deliberate dumbing down of america”,
(Conscience Press, Ravenna, Ohio, 1999) america volutamente in
lettera minuscola a dimostrazione dell’ignoranza che ormai pervade
il sistema scolastico made in USA.
L’articolo
2 spiega perché è pericoloso dare una qualche rilevanza all’ipotesi
del creazionismo, cioè all’dea che esista una realtà biologica
che persiste inalterata nel tempo, sia pure con lievi modifiche che
si rendono necessarie per adattare gli organismi alle diverse
condizioni ambientali.
2.“Per
molte persone la Creazione, come parte del proprio Credo religioso,
dà un significato alla propria vita. Tuttavia, l’Assemblea
Parlamentare è preoccupata per i cattivi effetti della diffusione
delle idee creazioniste nei sistemi educativi, e delle conseguenze
per le nostre democrazie. Se non stiamo attenti, il Creazionismo può
diventare una minaccia dei diritti umani, che sono il principale
pensiero del Consiglio d’Europa.”
Per
quale ragione il creazionismo può diventare una minaccia per i
diritti umani? Se si fa strada l’idea che l’essere umano non è
il prodotto evolutivo di un corpo unicellulare che gradualmente si è
trasformato nelle varie specie animali secondo un processo che evolve
in un continuum, allora c’è il rischio di veder crollare l’idea
che l’uomo sia libero di progettare il futuro della specie,
continuando il percorso evolutivo fin qui acquisito, che ora prevede
per ciascuno la possibilità di scegliere il sesso/genere di
appartenenza e soprattutto il passaggio evolutivo del dominio della
procreazione che da dono gratuito di Dio deve trasformarsi in un
processo tecnologico/commerciale governato dall’uomo, compreso il
nuovo salto quantico che prevede l’ibridazione uomo/macchina.
All’articolo
7 si evoca anche lo spettro della confusione che si potrebbe
ingenerare nelle menti dei bambini raccontando loro “credenze,
convinzioni e ideali” secondo cui al mondo esistono maschi e
femmine che si uniscono per generare la vita.
7:
”C’è un rischio reale di seria confusione, nell’introdurre
nelle menti dei nostri bambini ciò che ha a che fare con credenze,
convinzioni ed ideali, insieme ad argomenti che riguardano la
conoscenza scientifica. Il principio che “tutte le cose sono
uguali” può sembrare allettante e tollerante, ma nei fatti esso è
pericoloso.”
Perfino
il principio di uguaglianza, tanto declamato, può diventare
pericoloso nel caso specifico e nessuno ha il coraggio di riconoscere
che il mistero della vita indagato dalla scienza, in una visione
armoniosa del creato, non può essere in contraddizione con la Fede.
L’impostazione messa in campo dal modernismo non sta in piedi
perché crea una falsa e aprioristica antiteticità tra scienza e
fede, elevando la scienza al rango di unica verità accettabile e
relegando la Fede al ruolo di superstizione. Bisogna avere il
coraggio di affermare con chiarezza che come siano sorti l’universo
e la vita è un mistero e che questo mistero è al di fuori della
portata della mente umana.
Di
fronte a una realtà non conosciuta l’uomo di scienza, e il
filosofo, devono avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti e
dire serenamente il socratico Scio me nihil scire, So di non sapere
nulla, anziché ostinarsi a voler dare risposte assolute e
definitive, quando gli strumenti di cui dispone si rivelano
inadeguati e le conclusioni a cui giunge si rivelano spesso
contraddittorie.
L’evoluzionismo
darwiniano, che è il pilastro portante dell’ideologia
progressista, e dunque anche dell’uomo nuovo e della nuova
famiglia, ha mostrato in pieno la sua debolezza strutturale proprio
nel momento in cui, per poter restare in piedi, ha avuto bisogno di
aggrapparsi alla stampella della politica. Ogni qual volta
deliberatamente si ignora il metodo scientifico per dare spazio alle
ideologie, allora la politica deve necessariamente subentrare e
sostenere la sua visione del mondo con la sua propaganda.
Prof.
ssa Dina Nerozzi
22/06/2025