BENEDIZIONE DELLE COPPIE IRRAGOLARI E GAY - ETTORE LEMBO NEWS

Title
Vai ai contenuti
Benedizione delle coppie irregolari e gay:
spazzati via 2000 anni di morale sessuale?
Con la notizia che d’ora in avanti sarà possibile ai preti benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie omosessuali si inaugura una nuova situazione nella Chiesa cattolica: quella della scomparsa del peccato, o almeno di “certi” peccati. Infatti, nel documento “Fiducia supplicans”, pubblicato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede a firma del suo nuovo prefetto Victor Manuel Fernandez (detto “Tucho”) con l’approvazione del papa, si inaugura una nuova realtà che vede i “peccatori” (in campo sessuale) non chiamati al pentimento e i preti tenuti comunque a benedire condizioni che un tempo sarebbero state valutate come bisognose della misericordia divina e dell’impegno a cambiare vita dopo una regolare confessione.
Perché papa Francesco ha voluto far uscire un simile testo e cosa conta di ottenere? Se ricordiamo la sua famosa frase “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicare?” (28 luglio 2013) si chiarisce subito tutto il decennio del suo pontificato. Appena eletto, il papa stupì il mondo perché non disse (notare il NERETTO): “Se una persona è gay (sottinteso, “attiva” sessualmente, ndr) e cerca il Signore ed è decisa a cambiare vita, pentendosi della sua condizione di peccatore …ecc.” ma semplicemente fece sparire, con quella sua frase apparentemente bonaria e “misericordiosa”, l’esigenza da sempre affermata dalla Chiesa che Dio è buono, questo sì, ma per perdonarci chiede che noi ci impegniamo sul serio a cambiare vita.
Ebbene, per papa Francesco da allora (2013) ad oggi ci sono stati un profluvio di discorsi, interventi, omelie, interviste, libri ecc. ma praticamente mai ha insistito sulla presenza del peccato nel mondo e sulla necessità che ciascun credente si affidi a Dio, cercando di evitarlo o almeno pentendosi e chiedendo la sua misericordia. A parte l’insistenza sui migranti e sul dovere morale di fare i vaccini, il ritornello del papa è sempre stato che “Dio è misericordioso” e accoglie tutti, senza condizione. Da ciò la conseguenza che – stando ai peccati sessuali tradizionali, quali masturbazione, rapporti pre ed extra-coniugali, omosessualità attiva, pedofilia, prostituzione ecc. – è sostanzialmente sparito dal lessico ecclesiastico l’invito valevole per tutti a una vita casta, al mantenimento di uno stile di vita onesto, alla “purezza” come grande valore che non riguarda solo le donne ma anche gli uomini a qualsiasi età e condizione. Facendo sparire lo sforzo a tenere a bada l’istinto sessuale, come se fosse qualcosa di assolutamente impossibile, il papa ha di fatto autorizzato ai comportamenti più libertari e libertini, nel sottinteso che gli impulsi erotici che uomini e donne posseggono sin dalla nascita non siano affatto governabili.
Da lì i continui rimandi alla “misericordia divina” che tutto accoglie, tutto scusa, tutto perdona … però senza esigenza di pentimento.
Con questo nuovo e rivoluzionario documento il papa ha quindi fatto piazza pulita di duemila anni di morale cristiana sulla sessualità, la quale è sempre stata la “bestia nera” degli atei e mangiapreti di ogni epoca: cosa c’è di più piacevole del sesso? Forse niente. Qualcuno dice ci siano le droghe (quelle “pesanti”) che però, a differenza del sesso, distruggono l’organismo e la mente. Invece il sesso non distrugge il corpo, semplicemente permette di sperimentar la potenza dell’erotismo e le sue prerogative di un piacere senza paragone, rispetto agli altri godimenti, quali il cibo, le bevande, lo sport, la vista e così via.
Prova ne sia che il papa vuole fare sparire il concetto di “peccato”, che non parla quasi mai di confessione, cioè di quella prerogativa che i preti hanno avuto da Gesù di “rimettere i peccati”. Infatti, tutta la liturgia, tutti i sacramenti, tutta la vita della Chiesa nei secoli è stata basata sull’annuncio della lotta eterna tra Cristo e Satana. Quest’ultimo tenta da sempre gli uomini inducendoli al peccato, e quando questi ci cadono, arriva il pentimento e la richiesta di perdono nella confessione sacramentale. Invece con papa Francesco sia le coppie irregolari, sia i gay non vengono chiamati al pentimento ma a proseguire nella loro condizione peccaminosa non preoccupandosi della salvezza eterna, tanto “Dio vi ama così come siete”.
Che dire? Guardando alle reazioni, i giornali della sinistra mondiale hanno applaudito a questo documento che sdogana finalmente ogni comportamento libertino. Ma allora – ci chiediamo – siamo di fronte a un papa cattolico?
Potremmo rispondere di no, se non altro per un motivo. Pensate al classico prete di campagna, di una parrocchia sull’Appennino toscano. Arrivano due gay e gli chiedono la benedizione. Lui esita, dice che sono una coppia non in linea con la visione divina sulla sessualità, che essere omosessuali sessualmente attivi è un grave peccato contro il sesto comandamento. A questo punto i due gay cosa fanno? Visto il rifiuto del prete lo denunciano perché – sulla base del documento papale – lo stesso avrebbe disobbedito al papa che impone di benedire tutti gli “irregolari”. L’esito sarà che i preti non oseranno più fiatare, non parleranno più del dovere personale della continenza sessuale, non faranno più riferimento ai comandamenti divini perché rischiano una denuncia e la rimozione dal loro incarico.
E il papa avrà ottenuto il risultato di snaturare totalmente l’insegnamento di Cristo disarticolando dall’interno la Chiesa.
Vedremo come sarà accolto dalle comunità cattoliche in giro per il mondo questo documento. Intanto in Africa pare ci sia stata subito una sollevazione di numerosi vescovi che sanno bene cosa voglia dire la libertà sessuale nel loro continente: un numero elevatissimo di violenze e stupri sin dagli anni giovanili, migliaia di nascite con donne che diventano mamme di solito attorno ai 15 anni, insomma un diluvio di conseguenze gravi sia a livello personale sia sociale.
Con la sua ambiguità, Francesco si candida a passare alla storia come il papa che, invece di difendere la Chiesa e il “deposito della fede”, ha scelto di sovvertire tale deposito. Vedremo con quali conseguenze ….
Il Credente
21/12/2023
.
Torna ai contenuti