DAL GLOBALISMO Al PRAGMATISMO... - ETTORE LEMBO NEWS

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Dal globalismo
al pragmatismo …
cercando di non passare
per la povertà.

Mai come oggi l’affermazione “siamo alla canna del gas” rappresenta una realtà per la nostra amata Italia.
Affermazione ancora più vera per l’Europa ed in particolare per quella che veniva definitiva “la locomotiva”, cioè la Germania.
Sui media italici in questi mesi abbiamo trovato un’apoteosi di “certezze”, di “va tutto bene”, di “il Presidente Draghi è il leader della nostra Europa”.
Siamo, noi “cittadini semplici”, tutti d’accordo sull’importanza del pensiero positivo, ma meno sulla manipolazione della verità.
Scenari Economici.it ha recentemente scritto un articolo dal titolo “Germania: senza gas russo. Crollo della chimica, alluminio e vetro. -8% del PIL”. Questo articolo riprende una analisi del quotidiano tedesco BILD.
D’altronde è la stessa Bundesbank a prevedere un crollo del PIL tedesco di oltre 8% nel 2023. “Un disastro da tempi di guerra” lo definisce. Con buona pace della “locomotiva” che, allo stesso tempo, deve prendere atto che la più grande sua azienda di componentistica metalmeccanica passa nelle mani di un gruppo cinese.
Inoltre, anche gli Stati satelliti della Repubblica Federale Tedesca hanno sempre più evidenti tensioni sociali, i Paesi Bassi, per esempio, stanno registrando tensioni sociali enormi  nel settore agricolo, il primo comparto in termini di Prodotto Interno Lordo della nazione.
Tutto questo, e tanto altro ancora latente, è dovuto a scelte ideologiche avvenute in Europa ed, infine, alla situazione Russo - Ucraina - Occidente.
In fondo la nostra Europa e la nostra amata Italia sono state portate in una guerra non dichiarata dai propri attuali governanti.
Il Presidente Draghi, in questo mio ragionamento non è per nulla importante se ne condivido o meno l’operato a Palazzo Chigi,  forse proprio a causa di quanto è sopra esposto, ha incassato sul “price cap” un sonoro “ne parliamo la prossima volta” in Europa.
Un “ne parliamo la prossima volta” che credo abbia trovato origine anche in quanto dichiarato dagli analisti di JP Morgan. La banca, infatti, ha affermato che un taglio di 3 milioni di barili alle forniture giornaliere di petrolio spingerebbe i prezzi del greggio a Londra a 190 dollari, mentre un taglio di 5 milioni di barili potrebbe portare il prezzo del greggio a 380 dollari. In  questi giorni quota intorno i 100.
La stessa banca statunitense, permettetemi la divagazione, scrive nella sua ultima analisi mensile che “ la recessione nella Federazione Russa potrebbe essere molto più morbida di quanto indicato dalla maggior parte delle stime. Al momento il suo prodotto interno lordo, che era stato stimato intorno al meno 9% si attesterebbe a meno 3,5%“.
Torniamo, però, alla nostra amata Italia ove parrebbe che alcuni leader politici, solo per citare alcuni dei nomi che vanno per la maggiore Di Maio, Renzi e Giorgetti, a cui si uniscono alcuni dei più potenti e storici “pupari cattolici del Palazzo” più un gruppetto di sparing partners in cerca di “nuovo potere”, senza dimenticare una parte di quel “oltretevere” da sempre avvezzo a gestire  l’Italia, vorrebbero fondare il “nuovo centro” intorno al brand “Draghi” e riportare l’Italia ad una legge proporzionale.
Un Draghi molto amato dal Presidente Statunitense Biden per la sua non condizionata alleanza con quella parte di USA che appoggiano l’attuale, sempre più vacillante, amministrazione americana.
Enrico Letta, anche lui di origine democristiana, dichiara di essere favorevole ad un proporzionale con sbarramento mentre Silvio Berlusconi ci tiene a far notare che il “centro liberare” è lui con Forza Italia.
Noi “cittadini semplici” con qualche anno già vissuto, percepiamo quel senso di consociativismo che stabilizzerà il potere nelle mani di chi oggi già lo detiene e ci chiediamo perché questa ritrovata “stabilità” dovrebbe portare l’Italia ad una nuova ricchezza diffusa e fiducia nel futuro.
Sarà difficile far capire questo ulteriore gioco di palazzo ai tanti italiani che hanno ben altre priorità da affrontare e che potrebbero veramente mal digerire questo ulteriore distacco fra noi “cittadini semplici” ed il ceto dirigente al potere.
Il pidduista Luigi Bisignani, uomo di potere e di intelletto, nei giorni scorsi ha lanciato questo messaggio in bottiglia “Il Presidente del Consiglio, il cui maggior pregio-difetto è la ritrosia, dovrebbe tenersi alla larga da quelli che continuano a “nominarlo” invano, soprattutto visti i precedenti”. Anche, ma non solo, da questo noi “cittadini semplici” comprendiamo che il fuoco sotto la cenere è sempre più forte nella nostra amata Italia.
Ogni governo, soprattutto quelli che hanno una minore credibilità da parte dei loro cittadini, ha sempre rappresentato il suo operato come “perfetto”. A sentire, e vedere, i principali media italici sembrerebbe che la nostra amata Italia si trovi proprio in una situazione di questo tipo. Nessuna critica, tantomeno una apertura dei media nazionali a voci ed informazioni dissonanti con il “potere”.
Un tempo, noi “cittadini semplici”, la chiamavamo propaganda, poi Zuckerberg ci ha insegnato che si chiama “metaverso”. Ovvero il mondo di Peter Pan, quello che non c’è. Questa sembra la rappresentazione mediatica dell’attuale situazione sociale, economica e politica italiana.
Una realtà parallela dove tutto va bene, una Italia virtuale. Purtroppo la realtà è palesemente molto diversa.
Questo porta noi “cittadini semplici”, ma avvezzi alla maieutica, a rappresentare la nostra Patria come un novello Titanic ove si balla tutti fintamente felici in attesa del “botto”. Botto basato su una continua perdita di competitività, su una inflazione in continua rapida crescita, su un sistema di imprese in crescente crisi, su un sistema finanziario in grande sofferenza, su un tasso di disoccupazione che, se saputo leggere, rappresenta una Italia senza certezze.
Peccato che, dopo il “botto”, gli italiani saranno ancora vivi ma non più sopiti dalla melassa mediatica, colmi di ansie e di problemi urgenti.
Purtroppo gli stessi italiani cercheranno “il colpevole” e, facilmente, lo troveranno in Draghi. Paradossalmente nel meno peggio. Nel fusibile di tanti.
La nostra amata Italia sono molti anni che ha messo la prua verso l’iceberg senza che nessuno di coloro che, nel rappresentare gli italiani, in ogni Istituzione, si sia mai realmente attivato per farle cambiare rotta.
Nei tempi recenti, quelli che vedono al centro di ogni pensiero lo scenario ucraino, tutto si è accelerato ed alcune esternazioni hanno rappresentato il paradigma delle difficoltà che la nostra amata Italia sta vivendo incrementando in noi “cittadini semplici” l’angoscia che la nostra amata Italia si stia trasformando in “Titanic Italia”. Fra queste ne desidero rammentare una, solo perché legata al primo dei nostri attuali incubi, il gas. Come non definire trionfale l’affermazione del ministro Cingolani allorquando annunciò che “le riserve di gas sono al 55%” proprio mentre l’asta per lo stoccaggio delle riserve di gas naturale andava deserta ed i prezzi esplodevano?
Egualmente le trionfanti affermazioni sul gas del Congo, dell’Angola e del Mozambico, oltre a quello del Qatar. Affermazioni, diciamo così, “ampliate sugli effetti nel breve”. Infine l’Algeria che vuole rinegoziare al rialzo il prezzo esposto nel contratto sul gas che ha appena firmato con il governo italiano.
In questo scenario, Draghi continua a tentare di convincere, al momento con pochi risultati, i suoi partner europei sul “price cup”.
La motivazione sembra “atlantica”, quell’atlantismo “suddito” che a noi “cittadini semplici” proprio non ci piace.
L’atlantismo che ci esalta è quello di De Gasperi e Roosvelt , ma oggi abbiamo Draghi e Biden. Uno certamente non eletto, l’altro, forse, facilitato da una serie di “aiutini” o “aiutoni”.
Vi è, poi, l’Europa nella quale, non siamo al tempo di Spinelli, il gioco del “cerino” con gli “amici” è, da sempre, molto di moda. Spesso, oltretutto, le dita che si bruciano sono italiane.
Infine, gli Stati Uniti capeggiati dall’amico Biden. Amico che si guarda bene dal farci arrivare gas a condizioni più convenienti.
Parafrasando un Grande Papa “tutti vogliono le nostre prove d’amore, io sto ancora aspettando che qualcuno dia una prova d’amore a noi”, questo vien da dire a noi “cittadini semplici” sia agli USA di Biden ed Obama, che tanto hanno avuto dalla nostra amata Italia, sia all’Europa.
Sempre da “cittadini semplici”, ma un po’ annoiati dal “rumore che nasconde la verità”, la stessa domanda desideriamo proporla ai politici ed a qualche “corpo intermedio”, entrambi dovrebbero tutelarci oggi ma che, al contrario, pensano al “futuro”. “Futuro” che, forse perché siamo un po’ esausti da questo “Circo Barnum”, pensiamo sempre che sia il “loro” e non quello della nostra Patria.
Noi vorremmo che si pensasse al “presente” di tutti e non solo di alcuni. Noi vorremmo che ci proponessero un progetto chiaro sulla “futura Italia”, chiaro e realmente misurabile. Certamente noi “cittadini semplici” saremmo pronti, avendone compreso i vantaggi successivi, a fare la nostra parte per dare un “futuro” ai nostri figli, ma il “futuro”, il “sogno”, dovrebbe riguardare tutti i nostri figli, non solo quello di alcuni.
Sembrerà strano ma questo a noi “cittadini semplici” risulterebbe più democratico ed equo.
Magari, facendo qualcosa di serio in questo senso, i cittadini riprenderebbero anche ad andare a votare. Sempre che, al di là delle tante affermazioni roboanti, la politica ne senta realmente la necessità di essere eletta con i voti, magari veri, della maggioranza degli italiani.
Ignoto Uno
11/07/2022
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