ITALIA ALLO SFASCIO: DI CHI LA COLPA? - ETTORE LEMBO NEWS

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Italia allo sfascio, di chi la colpa?
“La situazione economica e di finanza pubblica è più delicata di quanto prefigurato in primavera", questa è la premessa del discorso nella sua relazione in Parlamento del ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti  sulla Nadef.
A causa di questo “Il Governo ritiene che l'aumento del deficit sia necessario per rilanciare l'economia” e, allo stesso tempo, sempre il ministro ha dichiarato che “sono necessarie scelte difficili”.
Giorgetti ha, inoltre,parlato di “privatizzazioni” che, sempre parole del Ministro, “hanno il fine di produrre almeno 1 punto di Pil in 3 anni".
Privatizzazioni che producono PIL?
Le “privatizzazioni” sono cessioni di quote azionarie o di asset pubblici, producono “cassa” signor ministro, non PIL!
Questa “cassa” può essere utilizzata per la riduzione del conto capitale del debito pubblico.
Peccato che, sin dai tempi delle privatizzazioni che furono “ideate”, questo dicono gli ambienti ben informati, durante quella famosa crociera del Britannia, i politici nostrani hanno sempre dichiarato che le “privatizzazioni” riducono il debito in conto capitale ed incrementano la competitività ma, questo sì può facilmente sostenere da una attenta analisi ex post, l’unico risultato che dette privatizzazioni hanno ottenuto è che il debito pubblico continua a crescere e il rapporto debito/PIL a peggiorare, mentre molti dei cosiddetti “assets strategici” sono finiti in mani straniere.
Il ministro Giancarlo Giorgetti è un uomo di lungo corso nelle Istituzioni italiane e queste analisi le conosce certamente molto meglio di un “cittadino semplice”, stupisce, conseguentemente, il suo dichiarare.
Giancarlo Giorgetti ha certamente serie competenze in campo economico che non rendono facile comprendere alcune sue dichiarazioni tecniche.
Il Ministro, infatti, si è laureato in economia aziendale alla Bocconi di Milano, la stessa università che è stata presieduta per molti anni daL purtroppo indimenticabile Presidente del Consiglio e Senatore a Vita Mario Monti.
Giancarlo Giorgetti siede in Parlamento sin dagli anni ‘90 ed ha avuto, anche, l’onore di presiedere la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
Oggi è ministro strategico dell’Esecutivo Meloni, ben oltre il ruolo che ricopre di Ministro dell’Economia.
La sua carriera politica lo ha visto ministro per lo Sviluppo Economico del Governo precedente all’attuale, quello Draghi di cui è stato il suo braccio destro, e, nel periodo dal 1º giugno 2018 al
5 settembre 2019, durante il Conte1, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al CIPE.
La sua carriera di governo lo aveva gia visto ricoprire incarichi durante il Governo Berlusconi del 2001 ove era stato nominato sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture.
Io “cittadino semplice”, sommessamente mi permetto di far notare che se la nostra amata Italia si è ridotta in queste condizioni lo si deve alle scellerate scelte politiche di questi anni e che il Ministro Giorgetti, in questi anni, ha avuto l’onore di servire la Patria, senza soluzioni di continuità, sempre in ruoli strategici per le scelte di politica economica dei vari esecutivi che lo hanno visto membro.
Oggi ministro dell’Economia, prima  ministro per lo Sviluppo Economico, appena prima Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al CIPE!
È lui ad aver gestito le disastrose privatizzazioni di questi ultimi anni, è lui ad aver delineato le scelte politiche che hanno ridotto la Nazione in una situazione socio politico economica che lui stesso, oggi e solo oggi, definisce così grave da richiedere “scelte difficili”.
Quali le cause, secondo il ministro, che hanno causato tutto questo?
Lui le riscontra “nell'effetto dell'orientamento restrittivo delle politiche monetarie, nella congiuntura economica internazionale non favorevole e nell’inflazione ancora molto elevata”.
Certamente vero. Possiamo , però, noi “cittadini semplici” chiedere quali  le contromisure attuate da questo esecutivo in questo anno di governo?
Tutte le associazioni di categoria, Confindustria in primis, hanno reiteratamente richiesto azioni di contenimento dei costi dei carburanti e degli interessi sui mutui fondiari al fine di aiutare la funzione dei consumi e favorire il PIL.
Nulla di concreto e serio ha fatto il governo su questi temi. Lo dicono i risultati sotto gli occhi di tutti.
Negli ultimi giorni il Consiglio dei Ministri lancia il “carrello tricolore”. Durata “tre mesi”.
I media, sempre assai “amici” di questo governo, ne parlano come una grande azione di contenimento dei prezzi al carrello.
Io “cittadino semplice”, amando approfondire, apprendo dall’Osservatorio Nazionale del Commercio del Ministero dello Sviluppo Economico che i supermercati in Italia sono 10.919 e che i negozi che vendono esclusivamente alimentari e bevande sono 147.407, a cui si aggiungono 32.145 imprese commerciali non specializzate a prevalenza alimentare.
Domenica la Repubblica titolava “Carrello tricolore, via in 23 mila negozi” e, con un secondo articolo, sottolineava con enfasi i mille esercenti che hanno aderito a Torino. Egualmente il Corriere della Sera titolava “Al via il carrello tricolore, a Roma oltre mille punti vendita per la spesa calmierata”.
A noi “cittadini semplici”, di cui quasi dodici milioni su cinquantanove milioni in povertà, azioni come questa sembrano tanto mediatiche quanto inefficaci.
Da questo Esecutivo vorremmo vedere azioni assai più concrete.
La nostra amata italia necessità una profonda ristrutturazione del sistema paese, ne ha una fortissima necessità sin dall’ultimo periodo della cosiddetta prima repubblica, era il 1993!
Riforme strutturali e coraggiose che taglino costi dello Stato in modo serio e definitivo.
Non si capisce come si possa prevedere nella manovra di “trovare” venti miliardi di euro da “privatizzazioni” di assets strategici allorquando si è gestito nel modo che tutti hanno potuto vedere la vicenda Alitalia - Ita.
Gli studi di tutti i grandi centri di analisi economica e finanziaria dichiarano che il sistema Italia debba urgentemente tagliare del 10 per cento i propri costi di funzionamento.
Impossibile farlo in una sola manovra, l’Italia non riuscirebbe a sopravvivere socialmente, ma è assolutamente indifferibile che questo governo, in questa manovra, compia scelte chiare e dai risultati certi di riduzione del perimetro dei costi dello Stato.
Magari, dichiarandosi lo stesso “di destra”, mettendo in atto azioni realmente più attente alla cultura del libero mercato.
Quella, tanto per essere chiari, che aborra il “clientelismo” dei “bonus” e anela efficienza dello Stato a costi che non possono più essere quelli di oggi, costi letteralmente fuori controllo.
Pensando alla politica dei nostri italici giorni mi sovvengono le parole di un grande poeta, quel Giorgio Gaber che cantava “Destra e sinistra” e chiedeva “cosa è la destra e cosa è la sinistra”.
Oggi, spesso, parole assai vuote.
Al contrario è sempre più forte la memoria di quel tema proposto da Enrico Berlinguer prima e Giovanni Spadolini poi.
Loro ponevano il tema della “questione morale”, ma loro erano statisti.
Statisti entrambi, pur se così diversi.
Ignoto Uno
03/10/2023
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