DA ROOSEVELT E STALIN A PUTIN E XI... - ETTORE LEMBO NEWS

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Da Roosevelt e Stalin
a Putin e Xi.
Forse qualcosa non
conviene all’Europa.

“I rapporti fra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese sono i migliori di sempre” questo hanno dichiarato al termine del bilaterale fra Xi e Putin che si è svolto a Mosca il 21 marzo.
Questo il risultato, francamente difficilmente apprezzabile, delle politiche che gli Stati Uniti di Biden, l’Europa green e gender e la NATO di Stolterberg hanno raggiunto.
Da italiano, cittadino di una Europa che vorrebbe quella di Spinelli e veramente politicamente federale e non in mano a burocrati fuori dal controllo dei popoli europei, atlantista ma sempre più imbarazzato da una NATO fintamente difensiva e realmente offensiva, avrei voluto vedere politiche da parte di coloro che pro tempore sono chiamati a governare l’occidente che non causassero lo spostamento dell’asse politico russo verso gli interessi cinesi.
A causa di quanto avvenuto in questo bilaterale l’Europa e, conseguentemente, ancor di più, la nostra amata Italia, diviene sempre più ininfluente, se non addirittura succube di scelte altrui.
Mai come oggi gli europei devono domandarsi chi ha sabotato il 26 settembre scorso i due North Stream e chi si è realmente indebolito dalla distruzione di questi gasdotti.
Al di là delle tante parole, tutto sembra meno che questo attentato abbia fermato l’azione politica ed economica della Federazione Russa.
Putin incolpa gli Stati Uniti di Biden. Vero o non vero che sia, certamente, a causa di questo attentato e della gestione dello scenario ucraino, l’Europa e gli Stati Uniti sono significativamente più deboli di prima della guerra in territorio ucraino e abbiamo dovuto veder nascere un asse Cina - Russia a trazione cinese.
Come chiamare tutto questo se non “suicidio politico” della amministrazione Biden e di chi ha ritenuto di appoggiarne le scelte anche in Italia?
Quanto accaduto indebolisce l’Atlantismo sia sul piano strategico, sia su quello economico, sia come reale capacità di influenza sugli Stati a maggiore capacità produttiva di materie prime quali le terre rare ed il petrolio.
Debolezza e sempre più marginale influenza che ricade sulla qualità di vita delle famiglie occidentali, certamente sulle italiane.
Italia ove la politica ritiene più interessante focalizzarsi sulle adozioni mono genitoriali che su questi temi.
Da “cittadino semplice” mi verrebbe da pensare che sia in atto uno scientifico piano di distrazione di massa.
Al fine di permettere a coloro che non hanno consuetudine con i precedenti storici, ecco i momenti che sono più qualificanti del rapporto fra gli Stati Uniti e la Federazione Russa, prima Unione Sovietica, nella storia recente. Momenti che hanno segnato la vita di tutti noi.
Dal 4 all’11 febbraio 1945 si tenne a Jalta, in Crimea, la  conferenza fra i tre capi di stato delle nazioni alleate, Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchil e Iosif Stalin.
Questo “vertice” fu il più importante dei tre incontri che i capi di questi tre Stati, alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, tennero. Il primo fu la Conferenza di Teheran ed il terzo fu la Conferenza di Potsdam che si tenne fra il 17 luglio ed il 2 agosto 1945.
La conferenza di Jalta si tenne con l’Unione Sovietica favorita sul piano politico, essendo l'Armata Rossa giunta a 80 chilometri da Berlino mentre gli Alleati occidentali erano ancora a 700 chilometri.
In essa Delano Roosevelt, colui che permise al termine della guerra il varo del “piano Marshall” che tanto benessere portò all’europa occidentale, costruì con Churchil e Stalin il perimetro che permise a noi europei di vivere, pur se in una “guerra fredda”, in un clima di pace che, almeno a chi viveva ad ovest, fu alla base di una prosperità che culminò con il boom economico degli anni ‘70.
Nel 1967 e, successivamente, nel 1972 due diversi presidenti statunitensi (Jonhnson e Nixon) firmarono con i russi i trattati Salt che permisero di limitare la proliferazione delle armi nucleari
Successivamente noi “cittadini semplici” abbiamo potuto assistere agli incontri fra un grande presidente quale fu Ronald Reagan ed il traghettatore dell’Unione Sovietica nell’attuale Federazione Russa Michael Gorbachev. Incontri che culminarono con il Vertice di Reykjavik del 1986 che, pur se non portò a nessuna firma pose le basi della fine della guerra fredda.
Oggi leggiamo di droni statunitensi abbattuti dall’aviazione russa e di britannici che intendono fornire all’Ucraina armi con uranio impoverito.
Oggi vediamo Putin uscire dal alveo della terzietà fra Stati Uniti, conseguentemente l’Europa ed il Patto Atlantico, e la Cina a favore di questa ultima super potenza.
Oggi un “cittadino semplice” come me si chiede se i nostri leader ci stiano garantendo un futuro di pace e prosperità con le loro scelte.
La mia risposta è, quantomeno,”si potrebbe fare meglio”
Ignoto Uno
22/03/2023
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