Vai ai contenuti

VERSO QUITO - ETTORE LEMBO NEWS

Salta menù
Title
Salta menù
Verso Quito – Diario di un sogno in corsa

Ci sono storie che non hanno bisogno di essere interpretate: basta lasciarle parlare. Quella di Carlo Calcagni è una di queste, e la sua voce merita di arrivare al lettore senza filtri. Sta per affrontare un’altra sfida mondiale, ma la vera corsa, per lui, è sempre stata contro i limiti che la vita ha cercato di imporgli. E allora, ecco le sue parole:

«Ogni viaggio inizia con una valigia.

La mia, questa volta, è piena di più di un paio di scarpe da corsa e di maglie da gara.

Dentro ci sono mesi di allenamenti, cadute e risalite, chilometri percorsi con il cuore in gola e la testa che diceva “fermati” ma le gambe che rispondevano “ancora uno… ancora uno…”.

Dal 18 al 24 agosto 2025 sarò a Quito, capitale dell’Ecuador, per i Campionati del Mondo Militari di Atletica Leggera, organizzati dal Consiglio Internazionale dello Sport Militare (CISM).

Un evento che riunisce atleti militari da ogni parte del mondo, non solo per gareggiare, ma per dimostrare che lo sport è un ponte tra culture, storie e vite diverse.

Per me non sarà solo una gara.
Sarà la possibilità di difendere e confermare i tre titoli di Campione del Mondo Assoluto conquistati nel 2024.

Sarà l’onore di indossare ancora una volta la maglia del Gruppo Sportivo Paralimpico del Ministero della Difesa, portando in pista non solo la mia bandiera, ma anche la mia storia, la mia voce e il mio messaggio.

Lo sport, il mio respiro

Lo sport per me non è un passatempo.
È la mia ancora.
È la mia medicina.
È il mio respiro.

Le medicine mi tengono in vita…
ma lo sport mi fa vivere.

Non esiste un corridore paralimpico o normodotato.
Esiste chi corre… e chi non corre.
E io corro.

Corro anche quando il corpo mi urla di fermarmi.
Corro perché ogni passo è un grido di libertà,
un atto d’amore verso la vita,
una sfida vinta contro il mio destino.

L’essenza dello sport

Per me, lo sport è il luogo dove il dolore diventa energia.
Dove la caduta diventa slancio.
Dove la fatica si trasforma in libertà.

È un linguaggio che non ha barriere,
che parla al cuore di chi guarda,
che unisce le persone e guarisce ferite invisibili.

Ogni gara è già una vittoria.
Perché correre significa dire al mondo:
“Sono ancora qui. E non mi sono arreso.”

A Quito porterò tutto questo.
Il mio corpo, il mio cuore, la mia storia, i miei sogni.
Ogni metro sarà un passo verso qualcosa di più grande di me:
un messaggio di speranza, di resistenza e di amore per la vita.

Mai arrendersi. Nonostante tutto.
Costi quel che costi.»

La Sua partenza per Quito non sarà soltanto la preparazione a una gara, ma un inno vivente alla tenacia. Perché, al di là di qualsiasi risultato, Carlo Calcagni in pista porta con sé una lezione che vale più di una medaglia: che la resa non è mai un’opzione.

Luisa Paratore
Roma 17/08/2025
.
Torna ai contenuti