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LA PROFONDITA COME SCELTA - ETTORE LEMBO NEWS

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La profondità come scelta:
Andrea Mirabile e il coraggio della cultura

Andrea Mirabile insegna italiano, cinema e arti visive alla Vanderbilt University, ma il suo nome va ben oltre la docenza. È uno di quei rari studiosi capaci di pensare con la parola e con l’immagine, di muoversi tra mondi diversi – la pittura, la letteratura, la teoria estetica – con una naturalezza che non è mai improvvisazione, ma frutto di una ricerca rigorosa e profondamente umanistica. Nato in Italia e formatosi tra Milano e il North Carolina, ha saputo costruire un ponte tra due sponde dell’Atlantico, portando con sé l’eredità della grande critica italiana e intrecciandola con le prospettive transnazionali della cultura contemporanea.

Il suo sguardo è sempre rivolto alle intersezioni: tra parola e visione, tra scrittura e corpo, tra immagine e pensiero. In Le strutture e la storia (2006), Mirabile affronta il dibattito tra strutturalismo e semiotica in Italia, mostrando come il pensiero critico sia sempre anche una questione di forma, equilibrio e rottura. In Scrivere la pittura (2009), si avvicina all’opera di Roberto Longhi con lo sguardo di chi conosce a fondo sia la forza evocativa del linguaggio sia la densità muta dell’immagine artistica. In Multimedia Archaeologies (2014), esplora il D’Annunzio anticipatore del pensiero multimediale, in una riflessione che unisce archeologia culturale e futuro dei linguaggi. Poi, con Piaceri invisibili (2017), si spinge oltre la soglia del visibile: Calvino, Pasolini, Manganelli diventano compagni di un viaggio nell’estetica dell’assenza, nell’etica dello sguardo interrotto, nell’invisibile come rivelazione.

Ed è proprio nel suo modo di procedere – paziente, profondo, mai gridato – che il suo esempio si fa utile, oggi più che mai. Andrea Mirabile mostra che si può restare fedeli alla complessità del pensiero senza cedere alla superficialità dei tempi. In un’epoca in cui il sapere umanistico viene spesso marginalizzato, trattato come qualcosa di romantico ma inutile, lui dimostra il contrario: che leggere le immagini, ascoltare le parole, interrogare i linguaggi è ancora un atto politico, formativo, essenziale.

Il suo percorso parla ai giovani in modo autentico, senza proclami e senza retorica. È utile per gli studenti delle scuole e delle università, per chi si sente smarrito in un tempo veloce e frammentato, per chi cerca nella cultura non solo una risposta, ma una direzione. Mirabile insegna che la conoscenza non è un mucchio di nozioni, ma un’arte del vedere, un gesto dell’anima. È la prova che si può essere rigorosi senza essere rigidi, internazionali senza essere vuoti, appassionati senza essere superficiali. Non è utile solo per ciò che insegna: lo è per come lo fa, con intelligenza, con discrezione, con fermezza. In una società che premia il clamore, lui è la dimostrazione che la profondità – se davvero coltivata – può ancora educare, ispirare, aprire strade.

Nei volumi Ezra Pound e l’arte italiana(2018), Raccontare immagini (2019) e Alberto Burri: Parole e immagini (2022), questo approccio si consolida: la parola non descrive semplicemente l’opera, ma ne diventa parte, la attraversa, la riformula. È un gesto di responsabilità e di ascolto verso l’arte e verso il lettore. Anche per questo i suoi studenti lo amano: chi lo ha avuto in aula parla di lui come di un docente capace di trasmettere entusiasmo, rigore, passione. Un professore che non impone, ma guida. Che non semplifica, ma chiarisce.

Nel 2024 gli è stata assegnata la prestigiosa Ragusa Foundation Fellowship per un nuovo progetto su Lucio Fontana, intitolato Immagini e parole. Durante la primavera 2025 sarà a Milano, a lavorare negli archivi per esplorare le relazioni tra parola e materia nell’opera del grande artista. Ancora una volta, lo studio diventa viaggio tra linguaggi, tra carta e gesto, tra verbo e vuoto. Perché anche il silenzio, anche il taglio, anche lo spazio vuoto hanno qualcosa da dire – se c’è qualcuno disposto ad ascoltarli.

Raccontare Andrea Mirabile oggi significa ricordare che la cultura non è un passatempo né un lusso, ma un esercizio di libertà. Significa riaffermare che la parola, se coltivata, può ancora pensare. E che l’immagine, se interrogata, può ancora rispondere. Il suo lavoro ci invita a un gesto raro e necessario: riconoscere la profondità dove tutto sembra ormai superficiale.

Luisa Paratore
04/08/2025

Fonti:
Andrea Mirabile, Le strutture e la storia, Aracne, 2006.
Andrea Mirabile, Scrivere la pittura, Aracne, 2009.
Andrea Mirabile, Multimedia Archaeologies, Aracne, 2014.
Andrea Mirabile, Piaceri invisibili, Aracne, 2017.
Andrea Mirabile, Ezra Pound e l’arte italiana, Mimesis, 2018.
Andrea Mirabile, Raccontare immagini, Mimesis, 2019.
Andrea Mirabile, Alberto Burri: Parole e immagini, Mimesis, 2022.
[https://as.vanderbilt.edu/french-italian/bio/andrea-mirabile](https://as.vanderbilt.edu/french-italian/bio/andrea-mirabile)
[https://www.ragusafoundation.org/fellows/andrea-mirabile](https://www.ragusafoundation.org/fellows/andrea-mirabile)
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