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IL BRASILE SCAVA SOTT'ACQUA

NEWS > SETTEMBRE 2025
Il Brasile scava sott’acqua e trova l’armonia politica

Il Brasile, terra di samba e contraddizioni, ha deciso di sorprendere tutti inaugurando il suo primo tunnel sottomarino. Una di quelle opere che, in altri Paesi, finirebbe in un documentario di National Geographic; qui invece si presenta come l’ultimo tocco di modernità in salsa tropicale. Collegherà Santos e Guarujá, due città che fino a ieri si accontentavano dei traghetti: romantici, certo, ma anche lenti, affollati e degni di un presepe vivente più che di un sistema di trasporto moderno. Ora, al loro posto, un corridoio asfaltato lungo un chilometro e mezzo, di cui quasi novecento metri immersi, per la modica cifra di 1,07 miliardi di euro. A qualcuno potrà sembrare esagerato, ma in Brasile non fa notizia: è il prezzo della modernità, venduto con l’entusiasmo di chi crede che basti scavare sotto l’acqua per scavare via anche i problemi.

Il prodigio non è solo tecnico: è soprattutto politico. Lula e Tarcísio de Freitas, due avversari storici, hanno improvvisamente deciso che era più semplice scavare nel fondale marino che continuare a scavarsi vicendevolmente la fossa politica. E ci sono riusciti: per un attimo, la sinistra e la destra hanno stretto un patto, scoprendo che sotto il mare non ci sono ideologie, ma solo sabbia e cemento. Altrove, questa sarebbe la notizia più clamorosa dell’anno; in Italia, invece, la collaborazione si sarebbe fermata al plastico in scala uno a dieci da presentare a Porta a Porta, con tanto di lucine accese per l’occasione e un rendering 3D destinato a invecchiare prima ancora del cantiere.

Il tunnel viene venduto come opera ecologica, perché oggi nessun progetto pubblico sopravvive senza una spruzzata di verde. Dicono che non disturberà gli uccelli, che non rovinerà il paesaggio, che non bloccherà la navigazione. Una rassicurazione che fa sorridere: nessun volatile si è mai lamentato di un tunnel sottomarino, a meno che non si tratti di gabbiani con talento da sub. Ma l’importante è la narrazione, e allora anche l’ovvio diventa slogan. Certo, infilare tutto sotto la sabbia è sembrata soprattutto la scelta più pratica, ma si sa: la verità tecnica è poco fotogenica, molto meglio trasformare un’opera di ingegneria in un gesto di rispetto verso la natura.

L’inaugurazione è fissata per il 2031, il che significa che nel frattempo i cittadini dovranno armarsi della solita virtù: la pazienza. Sono previsti sei anni di lavori, che in altre latitudini equivarrebbero a sei ere glaciali, ma che in Brasile diventano improvvisamente un traguardo ragionevole. Intanto, i 78 mila pendolari che ogni giorno attraversano lo stretto continueranno a guardare i traghetti con lo sguardo malinconico di chi attende la modernità come si aspetta una promessa che tarda a compiersi.

Ed eccoci al punto: questo tunnel è già una perfetta metafora. Chilometri di buio che promettono la luce dall’altra parte, ma senza garantire se quella luce sarà davvero modernità o soltanto l’ennesimo lampione acceso su un cantiere incompiuto. Il Brasile, almeno, ha fissato una data: 2031. In Italia, invece, non ci saremmo nemmeno sbilanciati; avremmo parlato di “tempi tecnici”, “procedure autorizzative”, “interferenze burocratiche” e “varianti in corso d’opera”. E mentre a Santos si scava sott’acqua, da noi si continua a scavare nei faldoni delle conferenze stampa: anche questo, a suo modo, un tunnel. Ma senza uscita.

Luisa Paratore
Roma 08/09/2025

Fonte:
ANSA, “Brasile, al via il primo tunnel sottomarino”, 6 settembre 2025, disponibile su: [ansa.it](https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2025/09/06/brasile-al-via-il-primo-tunnel-sottomarino_ac9d9dfb-df03-422b-b4be-3115fa0f2ad2.html)
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