Aprilia saluta Carlo Cecchini,
un commiato che ci ammonisce a custodire la vita

Ci sono notizie che giungono come un rintocco improvviso nella quiete, come una campana che squarcia la nebbia e costringe a fermarsi, ad ascoltare, a comprendere. Così Aprilia, in questa mattina d’agosto, ha percepito un colpo al cuore. Si è spento Carlo Cecchini, ottant’anni, primo caso accertato di virus West Nile nella nostra città. Un uomo stimato e benvoluto, legato da vincoli di sincera amicizia e di solida umanità a tanti concittadini, volto familiare nelle vie del centro e figura cara anche al mondo dell’informazione locale, per il suo legame con la redazione de Il Caffè.
Ricoverato da tre settimane nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, Carlo ha affrontato la malattia con dignità silenziosa, sorretto dall’affetto dei suoi cari. La notizia della sua scomparsa, giunta il 10 agosto, ha pervaso la città con la stessa repentinità di una folata che spalanca una porta. Con lui, salgono a otto le vittime registrate nel Lazio, sette delle quali nella provincia di Latina. E l’eco di questa perdita non si arresta alla semplice cronaca: è il nome di un uomo, con la sua storia e le sue relazioni, a farsi simbolo di un’urgenza che interpella l’intera comunità, richiamandola alla tutela della salute collettiva.
Il virus West Nile non è un’ombra remota. È già tra noi, diffuso dalla puntura di zanzare comuni, soprattutto del genere Culex. Nella maggior parte dei casi resta invisibile o quasi, ma per le persone fragili può assumere la forma più severa e, talvolta, inesorabile. Le autorità sanitarie richiamano ciascuno di noi a semplici ma imprescindibili accorgimenti: eliminare qualunque ristagno d’acqua da sottovasi, tombini, grondaie, secchi; proteggere le abitazioni con zanzariere; indossare abiti chiari e a maniche lunghe nelle ore serali; applicare repellenti sulle parti scoperte del corpo. E, soprattutto, rivolgersi con sollecitudine al medico qualora insorgano febbre improvvisa, cefalea intensa, rigidità del collo o disturbi neurologici.
Non si tratta soltanto di precauzioni: sono gesti di premura e di amore verso chi ci è vicino. Attenzioni che possono preservare la vita, responsabilità che si amplificano se pensiamo agli anziani, ai malati cronici, a chi non possiede gli strumenti per difendersi da sé. I funerali di Carlo Cecchini si terranno lunedì 11 agosto alle ore 16, nella chiesa di San Michele. Sarà un commiato carico di dolore, ma anche di gratitudine: per ciò che è stato, per ciò che ha donato, per l’eredità silenziosa che la sua vicenda consegna alla città.
Aprilia oggi si stringe nel dolore per la perdita di uno dei suoi cittadini più amati, ma può trasformare le lacrime in un impegno corale. Perché la memoria non si dissolva come un ricordo lontano, ma diventi presidio concreto di vita. Perché ogni sottovaso svuotato, ogni zanzariera installata, ogni gesto di cura verso un vicino fragile siano come fiori deposti, non soltanto sulla tomba di Carlo, ma anche a difesa di tutti coloro che ancora possiamo proteggere.
Luisa Paratore
12/08/2025