Torture al Beccaria:
quando lo Stato colpisce i più giovani

Un’inchiesta scuote il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano: 42 indagati, tra cui agenti, dirigenti e medici, accusati di violenze e torture su minori. Pestaggi, umiliazioni, minacce e presunti insabbiamenti mettono in discussione la credibilità stessa della giustizia minorile italiana.
Come da notizia ANSA dell’8 agosto 2025, il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano è scosso da un’inchiesta che travolge il cuore stesso della giustizia minorile italiana. Gli indagati sono saliti a 42, tra cui 30 agenti di polizia penitenziaria, tre ex direttrici, un ex direttore e personale medico. La Procura ha disposto l’ascolto in incidente probatorio di 33 giovani detenuti, la maggior parte dei quali ancora minorenni. Non si tratta di adulti inseriti stabilmente nella criminalità, ma di ragazzi che avrebbero dovuto trovare in quell’istituto un’occasione di recupero. Come possiamo accettare che lo Stato, attraverso i suoi rappresentanti, infligga violenze proprio a chi più dipende dalla sua tutela?
L’indagine è condotta dalle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, con il coordinamento della procuratrice aggiunta Letizia Mannella. Stagnaro, sostituta procuratrice presso il quinto dipartimento della Procura di Milano, è nota per il suo impegno nella tutela delle fasce più vulnerabili e per aver seguito importanti procedimenti su abusi su minori. Vassena opera anch’essa nell’ambito della giustizia minorile. Mannella, procuratrice aggiunta, è una figura di alto profilo nel coordinamento delle indagini più delicate, specialmente quelle che coinvolgono minori e violenze istituzionali. Con questa squadra di magistrate, ci si deve chiedere: se anche con figure così esperte emergono simili accuse, quante altre violenze restano nell’ombra?
Come appreso da Sky TG24, le accuse parlano di pestaggi sistematici: schiaffi, calci e pugni, colpi alla testa con stivali, trascinamenti per le scale, immobilizzazioni forzate. In un episodio, un ragazzo sarebbe stato colpito con cinghiate sulle parti genitali fino a sanguinare. È possibile pensare che un minore, già fragile e spesso segnato da storie familiari difficili, possa uscire da un simile trattamento pronto a reinserirsi nella società? O piuttosto non rischiamo di consegnarlo a una spirale ancora più oscura di rabbia e sfiducia?
Secondo quanto riportato da La Stampa, le violenze si sarebbero accompagnate a svestimenti forzati, isolamento in stanze senza telecamere e frasi di minaccia come “ti mangio il cuore”. Parliamo di adolescenti, non di combattenti armati: quanto può incidere sulla loro identità e sul loro equilibrio psicologico un’umiliazione così profonda?
Come riferito da Rainews, l’elemento forse più inquietante riguarda il presunto coinvolgimento del personale medico, accusato di falsificare referti per coprire le lesioni, attribuendole a cadute accidentali o ad atti autolesionistici. Se persino chi dovrebbe incarnare la cura e la protezione partecipa a un insabbiamento, chi resta a garantire la verità e la difesa dei minori?
L’indagine cerca di rispondere a una domanda cruciale: come queste violenze siano potute diventare sistematiche in un luogo che, per legge e per etica, deve avere come obiettivo la rieducazione. Quando anche i vertici sono coinvolti, la domanda si fa inevitabile: chi vigila su chi dovrebbe vigilare?
Il nome di Cesare Beccaria, simbolo dell’umanità del diritto e della lotta contro la barbarie delle pene, oggi rischia di diventare paradossalmente il marchio di un istituto accusato di aver inflitto proprio ciò che il giurista condannava. Scriveva Beccaria: “Ogni pena che non derivi dall’assoluta necessità è tirannica”. Se le accuse saranno confermate, non si tratterà solo di violazioni individuali, ma di una ferita alla coscienza civile e alla fiducia nello Stato. Possiamo ancora chiamare “giustizia minorile” un sistema che, anziché proteggere e rieducare, sembra capace di trasformare ragazzi in vittime di torture? O dobbiamo ammettere che, in certi luoghi, lo Stato rischia di assomigliare a ciò che dovrebbe combattere?
Luisa Paratore
11/08/2025
Fonti:
ANSA, Torture nel carcere minorile Beccaria, sono 42 gli indagati, 8 agosto 2025.
Sky TG24, Torture e violenze al Beccaria di Milano, 42 indagati, 8 agosto 2025.
La Stampa, Cinghiate sui genitali, svestimenti forzati e pestaggi, 8 agosto 2025.
Rainews, Scene cruente nei video del carcere minorile, aprile 2024.