Alaska al posto di Roma,
l’UE fissa le regole: negoziati sì,
ma con Kyiv protagonista

A Bruxelles si parla con cautela, ma quando il messaggio deve arrivare, le parole diventano affilate. La Commissione europea ha ribadito che qualsiasi negoziato di pace per l’Ucraina dovrà avere Kyiv al tavolo, con piena libertà di decidere il proprio futuro. Non è un dettaglio diplomatico: è il punto su cui l’Unione non intende arretrare, proprio mentre la diplomazia internazionale si muove tra capitali e scelte che cambiano il senso della partita.
Come si legge su Dagospia, Donald Trump aveva messo sul tavolo l’idea di incontrare Vladimir Putin a Roma. Sarebbe stato un evento di forte impatto per l’Italia, in grado di riportare per un giorno la nostra capitale al centro della geopolitica mondiale. Dal Cremlino, però, è arrivata una risposta secca: no. Roma è giudicata troppo vicina a Kyiv. Un diniego che ha chiuso la porta a un’occasione simbolica e ha ricordato a tutti che, in guerra, anche il luogo di un incontro può diventare campo di scontro.
Come riportato da Reuters, la scelta è caduta sull’Alaska. Un luogo che unisce distanza fisica e valore strategico: terra statunitense, ma geograficamente vicina alla Russia. L’appuntamento è fissato per il 15 agosto e servirà, almeno ufficialmente, a discutere un cessate il fuoco. Tra le ipotesi discusse nelle ultime settimane c’è anche quella di uno scambio territoriale, subito respinta dal presidente ucraino, che ha ricordato come la Costituzione vieti qualsiasi cessione di sovranità. Parole che chiudono ogni spiraglio a compromessi di comodo.
Mentre la scena si sposta verso il gelo dell’Alaska, l’Europa lavora per non restare fuori dall’inquadratura. A Londra, rappresentanti di Stati Uniti, Unione europea e Ucraina si sono incontrati per definire una linea comune. Non si tratta solo di coordinare posizioni: per Bruxelles è una questione di ruolo politico. Le conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno hanno tracciato la cornice – cessate il fuoco completo, immediato e incondizionato come premessa, e negoziati radicati nel rispetto dell’integrità territoriale ucraina – ma sanno che i principi, da soli, non garantiscono un posto alla firma.
Accanto al sostegno militare, economico e umanitario, l’UE rilancia l’idea di un tribunale speciale per i crimini dell’aggressione. Non è un vezzo giuridico: è il segnale che la pace, se arriverà, dovrà poggiare anche sulla giustizia. Perché ogni accordo che ignora le responsabilità rischia di durare meno di una tregua.
Il passaggio da Roma negata all’Alaska scelta racconta più di una cronaca logistica: è il termometro di un equilibrio diplomatico fragile, in cui ogni mossa è valutata alla luce delle alleanze e delle diffidenze. E per l’Unione europea, il messaggio resta immutato: nessuna pace vera senza Kyiv seduta al tavolo.
Luisa Paratore 11/08/2025
Fonti:
Dagospia – “UE: Sosteniamo i negoziati di pace per porre fine alla guerra di aggressione russa, ma con Kyiv al tavolo” (9 agosto 2025)
Reuters – Aggiornamenti su vertice in Alaska e ipotesi di scambio territoriale (9 agosto 2025)
ANSA – “L’Ue continua a sostenere i negoziati di pace con l’Ucraina protagonista” (9 agosto 2025)
Consilium – Conclusioni del Consiglio europeo, 26 giugno 2025
Eunews – Proposta di tribunale speciale per l’aggressione russa (12 maggio 2025)
Euronews – Dichiarazioni dei ministri degli Esteri UE sul ruolo dell’Unione nei negoziati (13 febbraio 2025)